Mal di testa da cervicale: comprendere la cefalea cervicogenica
- Nicolò Giordano
- 24 set
- Tempo di lettura: 2 min

La cefalea cervicogenica, comunemente chiamata “mal di testa da cervicale”, è un disturbo spesso sottovalutato, ma che può avere un impatto importante sulla qualità della vita delle persone. Si tratta di una forma di mal di testa secondario, cioè causato da alterazioni o disfunzioni a carico della regione cervicale, e non di un problema primario come l’emicrania o la cefalea tensiva.
Cos’è la cefalea cervicogenica
Questa tipologia di cefalea ha origine nelle strutture muscoloscheletriche e/o articolari del rachide cervicale (colonna cervicale) e nei tessuti ad esso correlati. In particolare, le prime tre vertebre cervicali (C1-C3) e le relative radici nervose giocano un ruolo centrale, poiché hanno connessioni con i centri del dolore a livello del sistema trigemino-cervicale.
In parole semplici: quando c’è una disfunzione o un’irritazione in questa zona del collo, il cervello può “percepirla” come dolore riferito alla testa.
Sintomi principali
La cefalea cervicogenica si distingue da altre forme di mal di testa per alcune caratteristiche tipiche:
Dolore unilaterale (su un solo lato della testa), che spesso parte dal collo e si irradia verso la fronte, la tempia o l’occhio.
Dolore scatenato o peggiorato da movimenti o posture prolungate del collo (ad esempio stare molto tempo al computer).
Rigidità cervicale o sensazione di tensione muscolare nel tratto cervicale.
Talvolta vertigini, nausea o disturbi visivi possono accompagnare l’episodio, ma in misura minore rispetto all’emicrania.
Diagnosi differenziale
Per un corretto inquadramento clinico è fondamentale distinguere la cefalea cervicogenica dall’emicrania e dalla cefalea tensiva.
Nell’emicrania, ad esempio, il dolore è pulsante e può durare da 4 a 72 ore, con forte sensibilità alla luce o ai suoni.
Nella cefalea tensiva, invece, il dolore è più bilaterale, costrittivo e spesso associato a stress o affaticamento.
La valutazione fisioterapica, insieme ad una visita neurologica quando necessaria, è utile per confermare la diagnosi e impostare il trattamento corretto.
Trattamento
La gestione della cefalea cervicogenica si basa su un approccio multimodale. Le evidenze scientifiche più recenti supportano in particolare:
Fisioterapia manuale: tecniche di mobilizzazione articolare e trattamento dei tessuti molli per ridurre la rigidità cervicale e migliorare la mobilità.
Esercizi terapeutici: programmi mirati di rinforzo e controllo motorio dei muscoli del collo e delle spalle, che aiutano a stabilizzare la regione cervicale e prevenire recidive.
Educazione posturale: correzione delle abitudini scorrette (come posture mantenute al pc, uso prolungato dello smartphone) e insegnamento di strategie ergonomiche.
Gestione dello stress e dello stile di vita: attività fisica regolare, tecniche di rilassamento e qualità del sonno sono fattori protettivi importanti.
In alcuni casi, il medico può associare terapie farmacologiche per il controllo del dolore nelle fasi acute, ma la strategia più efficace nel medio-lungo termine rimane quella riabilitativa.
Conclusione
Il mal di testa da cervicale non va confuso con altre forme di cefalea: una corretta valutazione clinica è la chiave per un trattamento mirato ed efficace. Il ruolo del fisioterapista è centrale, grazie alla possibilità di intervenire sia manualmente sia con programmi di esercizio personalizzati.
Un approccio consapevole e attivo, che coinvolga anche il paziente nella gestione quotidiana del problema, rappresenta la strada migliore per ridurre dolore e recidive, migliorando la qualità della vita.
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