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Il ginocchio del saltatore

Il termine "ginocchio del saltatore" riunisce tutte le sindromi da sovraccarico del comparto anteriore del ginocchio, il quale comprende le strutture muscolo-tendinee che permetteno l'estensione della gamba.

Tra queste la più conosciuta è certamente la tendinopatia rotulea.

Tale disturbo si riscontra maggiormente negli atleti che eseguono in modo intenso e ripetitivo movimenti di corsa e salto come ad esempio nella pallavolo, nella pallacanestro, nel salto in alto e nel calcio.

La prevalenza sembra essere il doppio nel sesso maschile rispetto a quello femminile.

Il primo e principale sintomo di questa patologia è il dolore localizzato sul decorso del tendine rotuleo, nella maggior parte dei casi nella zona appena al di sotto dell'apice della rotula. Il dolore si presenta solitamente dopo l'attività sportiva, mantenendo una prolungata stazione seduta a ginocchia piegate (segno del cinema) o salendo e scendendo le scale. La precisa palpazione dei margini della rotula e del corpo del tendine è spesso dolorosa. In fase acuta può comparire gonfiore e debolezza muscolare quadricipitale. In fase avanzata può presentarsi un'effettiva zoppia antalgica.

La diagnosi di tendinite rotulea è prevalentemente clinica.

Per una corretta valutazione viene prescritto l'esame ecografico che fornisce utili indicazioni sulle condizioni del tendine.

La RMN, invece, consente di analizzare anche l’articolazione femoro-rotulea.

In tutti i casi, all'insorgere dei primi sintomi, è consigliabile sottoporsi a visita fisioterapica per evitare che il quadro patologico possa cronicizzare.

Il trattamento può essere conservativo o chirurgico.

Nel primo caso viene eseguito dal fisioterapista e si avvale di tecniche di rieducazione motoria e applicazioni di terapie strumentali, tra cui onde d'urto e tecarterapia, volte a ridurre l'infiammazione e il dolore e favorire la guarigione del tendine. Inoltre, per facilitare la riabilitazione e l’attività sportiva, spesso si ricorre all'utilizzo di un taping sottorotuleo. Risulta poi di fondamentale importanza eliminare la causa che ha provocato la flogosi per prevenire future ricadute.

Si ricorre invece all'intervento chirurgico solo dopo il fallimento di quello conservativo per un periodo superiore ai sei mesi oppure quando il dolore impedisce l’attività sportiva o ancora quando si verifica una rottura sottocutanea.

Nella tendinopatia rotulea la prevenzione è indispensabile. Gli accorgimenti da mettere in atto sono: riposo funzionale, riscaldamento graduale, applicazione di ghiaccio dopo l’attività fisica, esercizi di stretching e di rinforzo a resistenza e difficoltà crescente per permettere al tendine un proggressivo adattamento biologico.

Fisioterapista Nicolò Giordano

Studio fisioterapico Human Project (via Susa 35 - Torino)

Cell: 3463563547

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